Defibtech DDU-100 Series Manuale d'uso
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DAC-510E-IT Rev. G
8.1.6.1 Background
L’obbiettivo di questo studio era paragonare gli AED che erogano scariche bifasiche a 150-J con gli
AED che erogano scariche monofasiche ad alta energia (200/360-J).
8.1.6.2 Metodi
Gli AED furono randomizzati in prospettiva futura a seconda della forma d’onda di defibrillazione
su una base giornaliera in quattro strutture medicali attrezzate per le emergenze. Dapprincipio i
soccorritori utilizzarono sulle vittime che necessitavano di defibrillazione sia gli AED bifasici a 150-J
che gli AED monofasici a 200/360-J. Venne erogata una sequenza fino a un massimo di tre scariche
di defibrillazione: 150J-150J-150J per le unità bifasiche e 200J-200J-360J per quelle monofasiche.
La defibrillazione è stata definita come cessazione della FV per più di 5 secondi, ignorando i fattori
emodinamici.
8.1.6.3 Risultati
Su 338 pazienti con arresto cardiaco esterno ad una struttura ospedaliera, 115 avevano eziologia
cardiaca e fibrillazioni ventricolari e furono sottoposti a scariche con uno degli AED randomizzati.
Non furono riscontrate differenze statistiche tra i gruppi monofasici e bifasici in termini di età,
sesso, peso, disturbo cardiaco strutturale primario, causa o luogo dell’arresto, astanti presenti
all’arresto o tipo di soccorritori. La tabella che segue, riassume i risultati raggiunti.
Numero pazienti
bifasici (%)
Numero pazienti
monofasici (%)
Valore P
Efficacia della defibrillazione:
1 scarica
< 2 scariche
< 3 scariche
52/54 (96%)
52/54 (96%)
53/54 (98%)
36/61 (59%)
39/61 (64%)
42/61 (69%)
< 0.0001
< 0.0001
< 0.0001
�azienti defibrillati
54/54 (100%)
49/58 (84%)
0.003
ROSC
41/54 (76%)
33/61 (54%)
0.01
Sopravvivenza al ricovero ospedaliero
33/54 (61%)
31/61 (51%)
0.27
Sopravvivenza dopo la dimissione
ospedaliera
15/54 (28%)
19/61 (31%)
0.69
8.1.6.4 Conclusioni
Il numero di pazienti defibrillati usando una scarica iniziale bifasica fu più alto rispetto a quelli cui
venne erogata una scarica monofasica e in definitiva venne riscontrato che la forma d’onda bifasica
defibrillava a frequenze più alte rispetto a quella monofasica. Anche la percentuale di pazienti che
raggiungevano il ritorno della circolazione spontanea (ROSC) a seguito di scariche bifasiche fu più
alta. Non vennero invece rilevate differenze statistiche di sopravvivenza al ricovero ospedaliero e
dopo la dimissione ospedaliera tra le due forme d’onda.